I due contributi di Papavero di campo
Primo contributo
"Oriental beauty" Il tè semifermentato Oolong di Formosa è una rarità, come nel panorama dei vini c'è un discorso sull'eccellenza, così nel mondo del tè, i conoscitori sanno a cosa corrisponde questa denominazione e questa provenienza.
Nella dicotomia tè/ caffè da sempre sono stata dalla parte del tè ed è stato giocoforza l'interesse e l'attenzione per questa virtuosa pianta. Molti anni fa è stato il tempo della ricerca e della curiosità sui tè, c'è sempre un tempo per le cose che si amano, poi ho allentato la presa e pur avendo radunato quasi una tonnellata di documentazione sull'argomento ho finito per estraniarmi e prender una fisiologica distanza da tutto quello zelo. Restano delle tracce e quelle come stele di Rosetta le tengo in gran considerazione. Nel frattempo c'è stato un affinamento e ciò che una volta -tanto tempo fa!- mi esercitava un'attrazione adesso è lettera morta, ad esempio le forzate aromatizzazioni e per naturale conseguenza sono giunta ad una selezione. Come accade per i vini con le esasperanti e coercitive mode del barricato che rende ruffiano ogni vitigno, così per il tè è necessario arrivare a comprendere il valore della naturalità, dell'integrità e ad apprezzare fortemente il discorso dell'origine, della provenienza e delle procedure manipolative. Infine ti devi fidare perché c'è un fatto oggettivo che è l'importazione. A Firenze c'è un noto importatore ed esperto di cui avere piena fiducia, il quale dagli anni '60 si muove e si orienta sulle vie del tè, lui partecipa alle aste, sceglie, decide i blended ed è aiutato nell'impresa dai suoi familiari. Il suo negozio "La via del tè" collocato in una tipicissima postazione che è quella del mercato di S. Ambrogio, è un punto di riferimento indispensabile ed è appunto il regno di Alfredo Carrai.
Nella dicotomia tè/ caffè da sempre sono stata dalla parte del tè ed è stato giocoforza l'interesse e l'attenzione per questa virtuosa pianta. Molti anni fa è stato il tempo della ricerca e della curiosità sui tè, c'è sempre un tempo per le cose che si amano, poi ho allentato la presa e pur avendo radunato quasi una tonnellata di documentazione sull'argomento ho finito per estraniarmi e prender una fisiologica distanza da tutto quello zelo. Restano delle tracce e quelle come stele di Rosetta le tengo in gran considerazione. Nel frattempo c'è stato un affinamento e ciò che una volta -tanto tempo fa!- mi esercitava un'attrazione adesso è lettera morta, ad esempio le forzate aromatizzazioni e per naturale conseguenza sono giunta ad una selezione. Come accade per i vini con le esasperanti e coercitive mode del barricato che rende ruffiano ogni vitigno, così per il tè è necessario arrivare a comprendere il valore della naturalità, dell'integrità e ad apprezzare fortemente il discorso dell'origine, della provenienza e delle procedure manipolative. Infine ti devi fidare perché c'è un fatto oggettivo che è l'importazione. A Firenze c'è un noto importatore ed esperto di cui avere piena fiducia, il quale dagli anni '60 si muove e si orienta sulle vie del tè, lui partecipa alle aste, sceglie, decide i blended ed è aiutato nell'impresa dai suoi familiari. Il suo negozio "La via del tè" collocato in una tipicissima postazione che è quella del mercato di S. Ambrogio, è un punto di riferimento indispensabile ed è appunto il regno di Alfredo Carrai.
Secondo contributo
Piccola cerimonia del tè per me!
Esperience fusion italian & japanese
Tea green giapponese
Zucchero di canna integrale
Dolcetti: un cantuccino e due zollette di migliaccio
Esperience fusion italian & japanese
Tea green giapponese
Zucchero di canna integrale
Dolcetti: un cantuccino e due zollette di migliaccio
Mi sa che devo aggiungere qualcosa! circa le associazioni, riguardo al post sull’Oolong, direi senz’altro un film di Yasujiro Ozu, che so? Tardo Autunno o Tarda Primavera o Fiori d’equinozio. Nei suoi film è vero gira molto sake ma un tè oolong è perfetto, a mio gusto, con la pacatezza e la malinconia di un film di Ozu!Riguardo al post la piccola cerimonia del tè, rimanderei al libro di Alejandro Jodorowsky che tra l'altro si intravede nelle foto. E' "La via dei Tarocchi" del 2005 per Feltrinelli. Il legame al tè è nel flusso dei pensieri che tra il divinatorio lo psicoanalitico ed il poetico s’intrufola superlativamente nell’exploit sensoriale di quel sorso di tè!è sufficiente?un gentile saluto!
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